Niente teste di cazzo! No, non è un insulto, ma è il titolo del libro di cui ti parlerò in questo post 🙂
Ciao da Simonetta, ecco la recensione di questo famoso libro di James Kerr che si ispira agli insegnamenti degli All Blacks che sono i giocatori della nazionale di rugby della Nuova Zelanda.
È un libro che non è solo adatto ad atleti o a persone che gestiscono un team, ma secondo me è un libro per tutti.
Per tutte le persone che vogliono finalmente tirare fuori il proprio valore, metterlo al servizio degli altri e lasciare un’impronta nella propria vita.
Gli All Blacks e l’autore di ‘Niente teste di cazzo’ James Kerr
Chi sono gli All Blacks?
Sono i giocatori della nazionale di rugby neozelandese.
Si chiamano All Blacks perché sono vestiti di nero e sono i giocatori più vittoriosi al mondo.
Devi sapere che questa nazionale in cento anni ha vinto il 75% degli incontri!
Per questo l’autore James Kerr ha raccolto nel libro ‘Niente teste di cazzo’ le lezioni di vita e di leadership ispirate a questi giocatori così vincenti.
James Kerr è un coach che ha lavorato per l’esercito degli Stati Uniti, per tante squadre sportive e anche per tante aziende come ad esempio la Dyson, la Apple, la Vodafone.
‘Niente teste di cazzo’ è una raccolta di insegnamenti trasversali che funzionano sia per la vita lavorativa, sia nell’ambito sportivo… e anche nella vita di tutti i giorni!
Il libro si divide in 15 capitoli e, non a caso, sono anche 15 i giocatori che ogni volta scendono in campo tra le fila degli All Blacks durante una partita di rugby.
Ogni capitolo è una lezione e noi vedremo insieme 3 di queste lezioni, quelle che secondo me possono ispirare davvero tutti indipendentemente da dove siamo e da cosa stiamo facendo in questo momento!
La Haka (danza maori)
Prima però voglio parlarti della Haka.
Che cos’è la Haka?
È la danza maori che i giocatori degli All Blacks eseguono tutte le volte che scendono in campo, prima di iniziare una partita.
La Haka è bellissima da vedere ed è molto emozionante!
Se non l’hai mai vista ti invito ad andare sul canale YouTube degli All Blacks perché lì ne troverai veramente tante: c’è anche una selezione delle più belle!
È davvero emozionante guardarla, ma è anche molto interessante vedere la reazione che i giocatori avversari hanno a questa danza.
Perché spesso è lì che si gioca la partita: la partita si vince innanzitutto nella testa e questa danza è un rituale che ha a che fare con la loro tradizione e la loro cultura maori.
Forse non sai che questa danza non nasce per intimorire l’avversario, ma nasce essenzialmente per connettersi allo spirito degli antenati.
Gli All Blacks, facendo questa danza, fanno uscire dalla terra lo spirito degli antenati e lo portano nella loro anima e questo li rende immensamente più forti!
Quindi questa danza ha un significato molto profondo e ci ricorda che QUESTO è il momento, che è il momento presente in cui ci stiamo giocando la nostra partita, una partita più grande di quella che si gioca in campo.
Ma su ci torneremo tra poco.
Veniamo ora alle 3 lezioni ispirate agli All Blacks.
Pulisci gli spogliatoi
La prima lezione è questa: ‘pulisci gli spogliatoi’.
Pulisci gli spogliatoi è una pratica che gli All Blacks fanno alla fine di ogni partita.
Sì, alla fine di ogni incontro, questi giocatori puliscono lo spogliatoio che li ha ospitati.
Questa pratica a che fare con il carattere.
Il carattere è una parola greca che deriva da Ethos e che, a sua volta, ha a che fare con l’etica, con i comportamenti, con i valori.
Una cosa che mi ha colpito molto è che i giocatori degli All Blacks non sono selezionati per il talento, ma sono selezionati per il carattere, perché dietro agli All Blacks c’è tutta una cultura, una cultura di gruppo in cui bisogna identificarsi e sentirsi parte.
E il cardine di questa cultura, che poi è anche il cardine della cultura maori, è l’umiltà.
Umiltà non vuol dire sentirsi piccoli o sentirsi da meno rispetto a qualcun altro, ma vuol dire prestare attenzione alle cose che sono veramente essenziali.
Umiltà quindi vuol dire pulire gli spogliatoi dopo ogni partita.
Umiltà significa anche curare tutti i piccoli dettagli, cioè non sentirsi troppo grandi per fare le cose troppo piccole.
Umiltà è anche far parte di un gruppo dove tutti hanno la loro voce.
Infatti una cosa importante all’interno degli All Blacks è che c’è la pratica delle domande.
Gli allenatori usano un metodo che si chiama apprendimento interrogativo.
Loro fanno un debriefing alla fine della partita e l’allenatore, prima di tutto, pone domande a se stesso e poi pone domande al gruppo.
E il bello è che tutti possono dare la loro risposta perché non ci sono verità, ma c’è una condivisione.
E questo è un punto molto importante della cultura degli All Blacks perché è questo che crea un’identità di gruppo al di fuori del campo e che poi li rende molto vincenti all’interno del campo.
Gioca con uno scopo
La seconda lezione che ho scelto dal libro ‘Niente teste di cazzo’ è questa: ‘gioca con uno scopo’.
Avere una motivazione è fondamentale, lo dice anche Jim Rohn nel suo libro ‘7 Strategie per la Ricchezza e la Felicità’
Io spesso mi sono resa conto che ho giocato senza uno scopo, e non sto parlando di sport, sto parlando della vita lavorativa.
E quando l’ho fatto ho giocato per lo scopo di qualcun altro e quindi, quando sono arrivata al risultato, non avevo una reale soddisfazione, sentivo di non aver dato valore.
Lo scopo non ha a che fare solo con noi stessi, ma ha a che fare con qualcosa che va oltre noi stessi!
E questo è importante comprenderlo.
Una frase che mi ha molto colpito in questo capitolo riguarda la natura dell’uomo ad andare oltre se stesso e a lasciare agli altri qualcosa che sopravvive.
Questa è una cosa da tenere presente che secondo me si è un po’ persa in questi tempi sempre molto veloci.
E per sapere qual è veramente il nostro vero scopo, dobbiamo porci la fatidica domanda: Perché?
Gli All Blacks se lo sono chiesto e se lo chiedono continuamente e hanno dato una risposta che gli ha permesso di essere così vincenti.
Lo scopo degli All Blacks quando scendono in campo non è tanto quello di vincere la singola partita.
Quello è una conseguenza di uno scopo più alto.
Il loro scopo profondo è quello di incrementare l’eredità, per ‘lasciare la maglia in un posto migliore’.
Un giocatore degli All Blacks non è solo un giocatore di rugby, ma è un portatore di una cultura (che è la loro tradizione Maori) e quindi il loro vero motore è onorare quello che è stato fatto fino ad adesso e portarlo avanti.
È questo gli permette di arrivare dove sono arrivati e dove ancora arriveranno!
Whanau – Un concetto di squadra e di famiglia
La terza lezione che ho scelto dà il titolo a questo libro ‘Niente teste di cazzo’ è a che fare con la parola Whanau che significa generare, nascere.
È una parola maori che ha a che fare col gruppo e con la famiglia.
E per famiglia intendo anche la famiglia allargata.
Perché gli All Blacks che cosa dicono?
Che ‘sono meglio cento lupi fuori dalla porta che un lupo all’interno della stanza’.
Infatti, per far parte degli All Blacks, bisogna sposare la cultura degli All Blacks, fatta di certi valori e certi comportamenti.
Per questo ci sono stati tanti giocatori di talento della Nuova Zelanda che non sono mai entrati negli All Blacks e tanti altri che sono entrati e usciti da questo team.
In ‘Niente teste di cazzo’ si parla anche di Michael Jordan, un altro grandissimo talento.
Cosa dice l’autore James Kerr nel suo libro?
Che il talento sicuramente fa la differenza, ti può far vincere una partita, ma i grandi risultati nel tempo si ottengono solo se questo talento si mette al servizio della squadra.
Michael Jordan è stato un grande campione non solo per il suo talento, ma perché ha saputo passare dall’io al noi.
Jordan ha saputo sincronizzarsi con la sua squadra e così sono arrivati i grandissimi risultati che sono stati ottenuti.
Quindi, ricapitolando:
Prima di tutto il carattere: ‘pulisci gli spogliatoi’.
Gli All Blacks sono umili e non si sentono troppo grandi per fare anche le cose troppo piccole.
E questi valori fuori dal campo li aiutano a essere vincenti anche all’interno del campo.
E poi è fondamentale avere un ‘perché profondo’.
L’uomo deve andare oltre se stesso perché vuole lasciare qualcosa che va oltre la sua vita e, sapendo questo, sapendo mettere l’io al servizio di un noi, possiamo veramente lasciare qualcosa di grande.
Qualcosa che può fare la differenza anche a coloro che verranno dopo.
Bene siamo arrivati alla fine di questo post.
Il mondo del lavoro di oggi
Questo è un libro che consiglio davvero a tutti.
‘Niente teste di cazzo’ mi ha fatto personalmente molto riflettere sul mondo del lavoro di oggi.

Io mi sono laureata alla fine del 2003, ho iniziato a lavorare nel 2004 e mi sono ritrovata in un mondo del lavoro molto individualistico, dove l’obiettivo era fare sempre di più e il più velocemente possibile.
E alla fine, quando si arrivava all’obiettivo, in realtà ci si sentiva soli e spesso anche frustrati.
Perché quell’obiettivo non era in realtà il mio scopo, non era quello che volevo realmente raggiungere!
Ora lavoro insieme a Gianluca in maniera completamente diversa e sono contenta di farlo ispirata da valori in cui credo e di lavorare anche in team con altre persone che hanno gli stessi valori che abbiamo noi.
Questa secondo me è la strada per mettere i propri talenti al servizio di un qualcosa di più grande che può cambiare in meglio la nostra vita e anche quella delle altre persone.
Perché alla fine, se la nostra natura è quella di lasciare qualcosa oltre noi, è bene che ci pensiamo già adesso!
Solo così potremo dare un senso pieno alla nostra vita.
Se vuoi condividere una riflessione sugli argomenti di questo libro oppure vuoi condividere un pensiero sul mondo del lavoro di oggi, utilizza pure i commenti qui sotto!
Se vuoi acquistare ‘Niente teste di cazzo’ ti lascio il link qui sotto e noi ci vediamo al prossimo post, ciao!
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